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GIUSEPPE COLLI (1925 - 1988)

BIOGRAFIA



L'INCONTRO CON COLLI

Ho conosciuto Colli nel 1976 quando io, poco più che ventenne divenni il suo "Capo" presso la allora storica e gloriosa Azienda astigiana Way-Assauto, dove Lui lavorava da oltre ventanni e presso la quale ero stato assunto anch'io benchè ancora universitario (altri tempi). Io ero un giovanotto "brillante"; Lui una persona timida e riservata molto lontana dal mio carattere .

Quando io divenni il Responsabile dell'ufficio Metrologico il Sig. Colli fu affidato alla mia responsabilità gerarchica, in quando addetto al magazzino Calibri ed attrezzature di controllo; un lavoro di assoluta "precisione" ed ordine pratico e mentale. Anche se io ero il suo "Capo" continuavo a chiamarlo Signor Colli per educazione e rispetto che si doveva a quei tempi ad una persona di maggiore età anche se tuo sottoposto. Non come oggi che quando entri in un negozio la commessa di turno, mai vista prima di allora, ti si rivolge appellandoti col "tu" ed il "ciao" .

Ebbene il Sig. Colli era così una persona schiva e riservata che per due anni non seppi della sua passione e della sua "seconda vita" di artista.

Tornando da una breve vacanza da Venezia, un giorno bussò alla porta del mio Ufficio, entrò, e con un certo imbarazzo mi porse una cartellina dicendomi che , se gradivo era un suo omaggio. L'aprii incuriosito e mi apparve uno magnifico squarcio di un canale della Serenissima su cartoncino . Rimasi veramente doppiamente meravigliato perchè non mi decantò la sua opera bensì mi disse che non sapeva come altrimenti attestarmi la sua stima considerandomi un giovane intelligente e "ben educato" e poi ovviamente della qualità della sua opera .

Anch'io da ragazzo scrivevo poesie e disegnavo abbastanza bene anche se non ero certo alla sua altezza, ero comunque in grado di apprezzare la sua tecnica ma soprattutto e solo in quel momento capii chi era veramente Giuseppe Colli perchè in quel disegno traspariva la sua anima .

Da quel momento lo segui, lo apprezzai e spronai.


RICORDO DI GIUSEPPE COLLI DI BRUNO PICCATTO ALIAS ALBERTO SOLAU

 


L'ARTISTA

Le opere di Colli rivelano il suo mondo interiore, i disegni sono realizzati con una linea nervosa e in pari tempo morbida, agitata e tenera, che costruisce e avvolge i personaggi definendoli nella loro esistenzialità; personaggi il più delle volte soli. Nella sua pittura, si alternano momenti, e stati d’animo di grande tensione, momenti sereni, espressi ad esempio, in numerosi scorci della vecchia Asti e spesso realizzati in incisione con tecniche varie fra cui primeggia la punta secca, forma grafica a lui congeniale. Per chiarire il rapporto fra la sua attività artistica e il lavoro di operaio, è indicativa la frase, tratta da una sua intervista e pubblicata nel marzo 1961: “Il mio lavoro è manuale e mi comporta fatica, così dalla grande fabbrica mi allontano in cerca di ambienti solitari e quieti…”. Necessità di evadere dunque, affiora l’adesione sentimentale al mondo di chi fatica per vivere, e si concretizza in raffigurazioni di personaggi dolorosi come mendicanti e barboni; quindi un clima diverso da quello in cui il neorealismo andava sviluppandosi negli anni del dopoguerra. Colli cominciò ad esporre alla fine degli anni cinquanta, la prima personale è del dicembre 1959 alla Promotrice di Belle Arti di Asti, dove fu iscritto per anni; in seguito, agli inizi degli anni settanta, formò il gruppo “Il Cerchio” insieme a Borello, Graziola, Josa e Sgarbi, nel frattempo partecipava a numerose collettive in tutta Italia, e numerosi galleristi gli organizzavano mostre personali, ottenendo significativi riconoscimenti, a sorpresa nel 1969 vince a Cuneo il primo premio di Poesia e l’anno seguente il primo premio “La liberazione 25 anni dopo” sempre con una lirica.

Da “Ricordando Giuseppe Colli” di Amelia Platone


OPERE

 - ALBERTO SOLAU VENEZIA 03 Immagini